THIS IS A TRUE STORY

Gabriela Butti

“Incido nella carta immagini, corpi, impronte di luce, impressioni di forme. Corpi percepibili solo grazie ai raggi luminosi. Produco pelli cartacee solcate da pori, pelli respiranti di luce vive di rughe e solchi. Punti che descrivono corpi e sostanze di energia pura sottratta al tempo, al frenetico mutare della realtà.”

La Nellimya: light art exhibition è lieta di annunciare THIS IS A TRUE STORY personale dell’artista Gabriela Butti che inaugurerà domenica 6 luglio in occasione dell’Open Gallery #7 di Lugano. Questa mostra è il risultato della seconda Residenza d’artista, un periodo di due mesi (1.5 – 1.7.2014), in cui Gabriela ha trasformato la galleria nel uno studio di ricerca e creazione producendo tutti i lavori destinati all’esposizione.
Tutte le fonti di ispirazione di Gabriela hanno radici nel mondo cinematografico, da fiction e risorse web, social network e dirette televisive. Specchi di vita reale, ma non vissuta empiricamente dallo spettatore. THIS IS A TRUE STORY – rigorosamente in lingua originale – è l’incipit di una fiction ispirata a un film dei fratelli Coen, Fargo, sempre diretta dal famoso duo, in cui tutto viene presentato come storia reale, senza esserlo. Uno studio che ruota tutto attorno al rapporto tra l’essere e l’apparire, per focalizzarsi infine sull’osservazione di ciò che riempie quel vuoto intermedio, lacuna in realtà immensamente ricca e piena di significato. Un equilibrio tra modernità e tradizione che svela un ulteriore tema di ricerca basato sui precetti Taoisti, in particolar modo sul quarto: “Il modo sottile dell’universo sembra mancare di forza, ma il suo potere è inesauribile. Insondabile, potrebbe essere l’origine di tutte le cose. Non ha nitidezza, eppure arrotonda tutti gli spigoli. Esso non ha forma, eppure scioglie tutti i nodi. Non ha riverbero, ma si fonde in tutte le luci. Armonizza tutte le cose e le unisce come un tutt’uno. Sembra così oscuro, ma è la chiarezza finale, la cui stirpe non si potrà conoscere poiché è quella che esisteva prima di ogni divinità.”.

Considero molto importante il quarto precetto – spiega l’artista – perché casualmente (ma forse no) descrive l’unico sogno che faccio da quando ero bambina. Un sogno che mi appare nei momenti più cupi . Penso che i miei reticoli di puntidiano vita proprio a ciò che sento, a quell’inesauribile ‘potere che appare nascosto e debole, così buio da essere Luce suprema’. Ogni cosa ha i suoi fondamenti prima di ogni precetto e pensiero e noi possiamo descriverne solo una minuscola parte, ma io sento tutto quel vuoto, quel buio che avvolge come morbida lava fredda, quell’odore di terriccio umido che è nel cuore di ogni cosa, motore di campi magnetici e legami molecolari…”

Nata in Italia nel 1985, Gabriela si è laureata presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Il suo operare possiede un innato senso di rigore estetico nella modulare ripetizione di migliaia di piccoli fori, ora estroflessi, ora introflessi che definiscono delicate superfici e forti linee di confine, generando forme e profondità sempre variabili. Influenzata da tutto e tutti cresce combinando e compenetrando diversi mezzi di espressione: antiche tecniche e tecnologia che insieme indirizzando la ricerca verso la sperimentazione video sia analogica che digitale.
L’artista frappone tra sé e il mondo membrane di significati sviscerate dalla tessitura sacrificale su carta e dalla composizione di circuiti elettrici sempre più efficienti ed autonomi. Attiva dal 2011, quando vince il 
Premio Artevarese Giovani espone poi in alcune collettive come ad esempio in China Made in Italy una mostra itinerante ideata dal collettivo torinese Tomato catch up! O in Come se nulla fosse – Pretendin indifference anch’essa ospitata a Milano. La prima personale La Membrana del Tempotenutasi alla galleria Ghiggini di Varese è datata 2012, seguono poi le prime esperienze internazionali a Singapore con la personale Facing emptiness, dove tutt’ora rimangono alcune sue importati opere e ora a Lugano, con la nuova THIS IS A TRUE STORY.