SOGNANDO LA REALTÀ
Michael Bleyenberg, Kristin Casaletto, Anthony Chrétien, Eloise Ghioni, Giuliano Giuman, Mya Lurgo e Ruggero Maggi

Dalmazio Ambrosioni, Se c’è qualcosa

 

Se c’è qualcosa che ci sfugge, questa è la realtà. Ci illudiamo di controllarla, determinarla, condizionarla: di farne insomma uno strumento del nostro vivere; del rapportarci con le cose e gli esseri; di porla al centro della nostra personale Weltanschauung. Ci vuole poco per accorgerci che quella che crediamo oggettiva è al massimo la nostra personale visione del mondo. Limitata, limitatissima perché nel momento in cui crediamo di afferrarla ecco che muta in mille direzioni e per mille cause. La realtà – ci dice questa mostra d’arte – è movimento, metamorfosi senza fine di cui in qualche momento ognuno di noi coglie qualche spicchio. Per bloccarlo, porlo sotto chiave nell’archivio della memoria, illudendosi (ma nemmeno tanto) che almeno quello spicchio sia acquisito, immutabile… finalmente e solo nostro. Se c’è qualcosa che rimane, davvero e finalmente nostra, questa è la percezione della realtà. Ognuno la sua, anzi le sue. Quell’attimo fuggente, unico, inimitabile in cui ci lascia un’immagine. O forse una trasfigurazione, un’impressione, o un sogno…
Sognando la realtà è il titolo di questa mostra coinvolgente, emozionante. Sette autori, sette mondi, sette visioni, sette diversi rapporti con il mondo dell’arte, attraverso recuperi di stagioni espressive sul crinale appunto della storia dell’arte, ma anche sull’onda di rimandi a progetti in divenire, agganci a ricerche di qualcosa che forse verrà e, anzi soprattutto, l’urgenza di proporre qualcosa di proprio. Con perizia, passione, intelligenza.

Se c’è qualcosa di propositivo, è questa mostra all’apparenza priva del piedistallo delle certezze. Questa mostra come una soglia da cui si accede a qualcos’altro. Come un balcone sospeso o, partendo dal qui e adesso, dalla Nellimya, una finestra spalancata sulla piazza. Quindi sulla storia, (piazza della Riforma), sulla socialità, il territorio, la cultura, l’urbanistica, il lago, la geologia… Tante, infinite realtà lungo i contrafforti del tempo e dello spazio, arricchite da altre infine realtà di mondi vicini e lontani, lungo un caleidoscopio che, attraverso continenti e paesi diversi (ma le frontiere, le distanze sono una realtà?), getta l’ancora a Lugano, luogo d’incontro e di comunicazione.

Se c’è qualcosa di affascinante è lasciarsi trasportare lungo le diverse percezioni della realtà. Cercando di far vivere le nostre (i nostri sogni) nel mentre le lasciamo scivolare su quelle (quelli) di Michael Bleyenberg, Kristin Casaletto, Anthony Chrétien, Eloise Ghioni, Giuliano Giuman, Mya Lurgo, Ruggero Maggi. Artisti sparsi nel mondo, che in situazioni diverse respirano la stessa aria, calcano la stessa terra e si pongono le stesse domande che agitano ciascuno di noi. Dando non risposte ma proposte, visioni, immagini attraverso l’utilizzo di strumenti espressivi (dalla pittura alla scultura e all’incisione, dalla fotografia al video, dall’opera multimediale all’installazione fino alla digital-Art) diversi ma avvicinati dalla comune consapevolezza che l’opera d’arte è l’unica strada per dare una configurazione ai sogni. Soprattutto, se come in questi casi, la perizia tecnica e vorrei dire artigianale è sorretta, motivata dal pensiero lungo il filone di quell’unica realtà possibile che è l’aggancio ad un attimo unico, irripetibile.

Se c’è qualcosa di magico, è riuscire ad accendere il contatto. A fare in modo che artisti sparsi nel mondo si trovino uniti attorno all’idea di sognare la realtà. Succede, stà succedendo qui e adesso.

Dalmazio Ambrosioni è giornalista, si occupa di critica e storia dell’arte. Collabora a giornali e riviste, ha prodotto saggi, cataloghi e monografie, cura esposizioni di artisti contemporanei. Vive e lavora a Porza, Ticino, Svizzera.