LA CHIAREZZA E IL LABIRINTO
Nicola Evangelisti e Marina Giannobi

A cura di Martina Cavallarin

Un labirinto è un edificio costruito per confondere gli uomini; la sua architettura, ricca di simmetrie, è subordinata a tale fine. (1)
La Chiarezza e il Labirinto è una mostra a due voci in un luogo di indagine e ricerca, la Mya Lurgo Gallery, e di convivenza tra artisti – Nicola Evangelisti e Marina Giannobi – che si distinguono per percorso e generazione, ma che si incontrano per inclinazione tra consonanti forme di espressione attraverso le quali viene premiato il riconoscimento di una diversità complementare.

Il lavoro di Nicola Evangelisti partendo da una matrice concettuale ci riporta ad opere accattivanti e determinate, spazi di chiarezza che si stagliano come lampi tra controllo e equazione scientifica, tra costruzione lineare e curve decise di luce. Così si esprime l’artista nei confronti del suo lavoro: forma e luce, oggetto e concetto, non le ritengo due realtà dicotomiche ma due relazioni, due facce della stessa medaglia. Tento di dare una forma alla luce, incanalandola in disegni e ramificazioni e creando una coincidenza fra forma e luce.
Io per formazione sono uno scultore e, di conseguenza, la mia ricerca è partita dalla materia. Col passare del tempo ho cercato di renderla sempre maggiormente impalpabile fino a farla coincidere con una forma-luce. La materia trasparente percorsa dalla luce è una delle soluzioni a cui sono arrivato in questo desiderio smaterializzante. All’alleggerimento della materia ha coinciso un rafforzamento dell’apparato concettuale nella ricerca di un equilibrio tra le due componenti. Credo quindi che la materia ed il concetto siano di pari importanza sempre che la sinergia tra i due elementi sia di forte efficacia.

All’interno di ogni immagine esiste una “tensione”, “un’entropia”. La tensione dei light box di Marina Giannobi racconta storie indissolubilmente legate alla storia comune con soggetti architettonici simili, ma mai uguali, che sembrano srotolarsi da un lavoro ad un altro provocando un senso di straniamento, di visione strabica e laterale che rifiuta la tutela della stabilità, la legittimazione di un file rouge precostituito e la necessità di un destino predeterminato. La combinazione fondamentale è data da luce, spazio, sfumature, una mutazione trasparente e impercettibile e irreversibile e incessante, fino al ritorno al punto zero del labirinto, il grado di partenza del sogno, luogo simbolico dove la realtà e l’immaginazione fanno nascere e vivere presenze e assenze. Il labirinto degli edifici fotografati, che siano essi corpi di fabbrica contemporanei o palazzi antichi del centro storico, di Lecce come di Lecco, è un labirinto di luci e ombre, di colori evanescenti catturati con sguardo articolato e trasversale.

La Chiarezza e il Labirinto è un ring di costruzioni contemporanee che giocano tra chiaro e scuro, tra passaggi conclamati e la sinuosa irraggiungibilità del senso, tra la spudoratezza dell’opera e il suo porsi in uno stato di empatia con lo spettatore, tra il dialogo serrato e la domanda sempre aperta dell’arte.

A.B.O.: Esiste una contraddizione tra la chiarezza e il labirinto?
J.L.B.: Sì, soltanto che il labirinto è stato ideato con chiarezza. Vuol dire che al labirinto, al caos, non si arriva col caos, si arriva col cosmo. S’intende che il labirinto ha un ordine segreto. È disposto per l’ordine e per essere compreso… può darsi. (2)

Nicola Evangelisti è nato nel 1972 a Bologna, dove vive e lavora. Dopo il diploma al Liceo artistico e poi all’Accademia della sua città, dal 1995 svolge una ricerca altamente sperimentale, che, spaziando dall’installazione al light-box, dalla fotografia al video, mostra la sua coerenza di fondo nella costante attenzione – tanto sul versante pratico, quanto su quello teoretico – al tema della luce.

Marina Giannobi, nata a Monza, vive e lavora a Seregno. Si è diplomata alla Scuola Politecnica di Design di Milano. Fotografa usando la macchina fotografica in movimento, realizzando fotografie volutamente e naturalmente mosse, senza interventi di computer.

1. J.L.Borges, L’immortale
2. Achille Bonito Oliva, L’Enciclopedia della Parola, Dialogo tra Achille Bonito Oliva e Jorge Louis Borges, Skira editore, Pag. 10