UN ARCIPELAGO MOBILE

Mariella Bettineschi

 

“Il filo del pensiero che diventa ghiaccio quando esplora mondi lontani e sconosciuti, che diventa fuoco quando tocca le coscienze” (Elias Canetti)

 

Mariella Bettineschi, Un arcipelago mobile
di Francesca Pasini

Si può riunire la vita di un’artista in un libro? No. Si può scegliere però un tragitto, programmare un viaggio tra le opere, lasciando emergere somiglianze e differenze. Mariella Bettineschi ha creato un arcipelago raggiungibile da strade diverse e formato da territori diversi. A tratti si è avvolti da un cielo comune, ma la chiave che contraddistingue il suo lavoro è la ricerca di nuove forme, nuove tecniche, nuove sensibilità. Siamo di fronte ad una personalità eclettica per necessità, come lei afferma: “A un certo punto sento il bisogno di cambiare, di tentare altre strade, è una specie di richiamo”. Eclettismo e persistenza progressiva del linguaggio sono due facce della stessa medaglia. Non c’è invenzione che non produca una variante, ma la tentazione di abbandonare le proprie figure, o il sistema di rappresentarle e di lasciarsi catturare dalla mobilità delle intuizioni, è uno dei cardini della sorpresa che ognuno si aspetta dall’arte. Ovviamente c’è il rischio di non venire abbinati a un “motivo firma”, un aspetto che negli ultimi decenni si è articolato in vari modi per creare un aggiornamento del linguaggio che, pur restando nel proprio alveo, dia conto nella maggior diversità dei segni che vanno a comporre “il motivo firma”. Mariella Bettineschi ha scelto una via divergente, ha deciso di lasciarsi contaminare dalla passione del tempo in atto ed è passata da esperienze di manualità, come il disegno, il ricamo, l’intaglio, la pittura, a fotografie, installazioni, manipolazioni di immagini. Così ha creato questo mobile arcipelago, dove l’orientamento non è lineare, ma intuibile. […]