A.N.G.E.L.I E TRACCE D’INFINITO
Olga Cabezas, Jean Pierre, Tamara Landau, Mya Lurgo, Piera Pizzelli, Alessandro Perini,Tiziana Priori e Tobia Ravà

 

 

A cura di Cristina Trivellin

Gli artisti che partecipano a questa mostra si confrontano con le tematiche espresse dal Manifesto dell’Acentrismo – corrente artistica costituita da Mya Lurgo nel 2007 – proponendo la loro personale visione in un dialogo aperto e costruttivo.

Estratto dalla presentazione critica di Cristina Trivellin:

“[…] L’imprinting catalizzante di Mya Lurgo nel suggerire il filo conduttore della mostra, mette in luce sin dal titolo l’alternanza e il conflitto ragione-emozione racchiuso in esso: l’acronimo A.N.G.E.L.I. rappresenta la parte razionale e speculativa, in antitesi alla parola Angeli, la cui sola evocazione rimanda a ricordi infantili, a quel bisogno dell’essere di percepirsi custodito, vegliato, amato, alla paura di essere soli.
L’Angelo, essere alato e asessuato, vola sopra i mali del mondo e da sempre rappresenta nel nostro immaginario una figura sospesa tra umano e divino, soave connessione tra terra e cielo. Come il mitologico Hermes, messaggero degli dei, ci permette di entrare in contatto con essi. Ma fuori dai demoni infantili, dalle credenze e raffiugurazioni religiose, fuori e oltre le dicotomie bene-male, angelico-diabolico, c’è l’Arte. Perché l’arte, se non fosse superamento, ne è certamente tentativo, impulso. Se Rilke non osa dire che siamo della stessa sostanza ma che c’è in loro, un po’ come per sbaglio un po’ di essere nostro, non sarà peccato osare e ribaltare la frase dicendo che in ognuno di noi c’è una parte di angelo, una porzione di infinito che conteniamo e che ci permette di riappropriarci della nostra forza vitale, di quell’energia cosmica di cui ogni essere, animato o inanimato, partecipa […].
 Così, percorrendo questa mostra dal titolo insolito entriamo nella dimensione di ascolto sinestetico, di come gli artisti vedono e esprimono, attraverso linguaggi e poetiche eterogenee, il loro trovarsi in quel fluire […].”